"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


domenica 23 ottobre 2016

#2, La guerra del Peloponneso: Atene tra il 421 e il 411 a.C. (Appunti)

Nel 421 a.c venne stipulata la pace di Nicia, un personaggio noto alla tradizione antica come  “superstizioso”, “religioso”. Nicia, di cui possediamo una vita plutarchea, può essere inserito nella tradizione cimoniana, come espressione di continuità con la figura di Cimone e di dissenso con quelle di Pericle e dei demagoghi. Con la pace di Nicia, percepita dai contemporanei come l’atto conclusivo della guerra,  si aprì in verità la seconda fase del conflitto.


Il 411 fu l’anno del primo colpo di stato oligarchico ad Atene. La flotta ateniese era allora impegnata nelle acque di Samo. La flotta ateniese si fondava sul contributo dei Teti, il centro del consenso della democrazia ateniese. Una flotta troppo a lungo lontana da Atene significava una città sguarnita della propria base democratica. Di questa situazione approfittarono i filooligarchici  per sovvertire in senso oligarchico il regime democratico: vene istituita l’assemblea dei ‘400, che assunse il potere ed andò a sostituire l’assemblea dei ‘500 di memoria clistenica.. Il fatto che si attribuisca a Solone la creazione di un’assemblea dei ‘400 (poi sostituita da quella dei 500) dev’essere considerata propaganda oligarchica di V secolo: ci fu uno straordinario recupero della memoria soloniana ed una rifunzionalizzazione della sua figura che divenne l’emblema della patrios politeia. Il provvedimento chiave della svolta oligarchica fu la destituzione del mistos: abbattere la democratia significava abbatere la remunerazione delle cariche pubbliche e tornare a quell’idea secondo cui la politica poteva essere praticata solo dai ceti abbienti. Due importanti rappresentanti di questo colpo di stato furono Crizia e Teramene. Crizia, poeta, filo spartano, amante dei simposi, fu allievo di Socrate nonché cugino della madre di Platone, che ricordò con imbarazzo questa scomoda parentela; Teramene, più moderato del compagno, nel 404 a.C. entrò in contrasto con Crizia perché avverso al suo governo repressivo e sanguinario e fu da questi costretto a bere la cicuta. Il colpo di stato del 411 a.C durò pochissimo: fu sufficiente il ritorno della flotta ad Atene affinché il nuovo equilibrio oligarchico venisse meno: prima che la democrazia venisse restaurata, si sperimentò una forma di oligarchia moderata con il celebre governo dei 5000, il governo di una cittadinanza ristretta a 5000 opliti. Anche quest’esperienza fu brevissima; Tucidide scrisse che mai prima di allora Atene era stata governata meglio. 

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