A partire dal IV secolo a.C., con l’opera di Eforo di Cuma
eolica, i fatti dall’età eroica in poi vennero inseriti nel contesto più ampio
e consapevole di una “storia universale”.
Di Eforo di Cuma Eolica,purtroppo, le opere ci sono giunte
in forma frammentaria, soprattutto attraverso Diodoro Siculo, che da esse
attinse per la composizione della Bibliotheca Storica, la propria opera di
storia universale. Nelle proprie Storie, redatte in 30 libri, Eforo percorre
tutto l’arco temporale compreso tra il mitico ritorno degli Eraclidi nel
Peloponneso (collocato tradizionalmente al 1104 a.C.) e la terza guerra sacra
(356 a.C.), che segnò l’ingresso di Filippo II di Macedonia sullo scenario
delle questioni greche.
Quando in età ellenistica i Greci dovettero fare i conti con
i Romani e il loro progressivo affermarsi quale potenza egemone del Mediterraneo,
le storie universali iniziarono ad arricchirsi delle vicende che li
riguardavano. Polibio, autore greco del II secolo a.C, cercò di comprendere le
ragioni del loro successo. Nelle proprie Storie (delle quali ci sono giunti
solo i primi 5 dei 40 libri che le componevano, sebbene gli excerpta vaticana
ci abbiano consegnato una sintesi del contenuto generale dell’opera) Polibio
fece convergere le alterne vicende egiziane, greche e spagnole del III secolo
a.C. nel disegno provvidenzialistico di una Roma unificatrice di popoli. La
narrazione si conclude al 146 a.C, anno della fine della Terza guerra punica e della distruzione
di Cartagine.
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