Le analisi classiche hanno fallito nella descrizione del
fenomeno della percezione perché hanno creduto dogmaticamente nell’esistenza di
un mondo in sé. Innanzitutto, l’impressione pura non esiste. L’esperienza ci
insegna che la percezione di fatto più semplice che possiamo sperimentare verte
sempre su relazioni e mai su termini assoluti e la Gestaltheorie ci mostra che
non possiamo percepire nulla che non risponda alla relazione ‘’figura-sfondo’’.
Di conseguenza una superfice completamente omogenea non mi offre assolutamente
nulla da percepire. Ogni coscienza è sempre coscienza di qualche cosa e Il
rosso, come qualità, è sempre il rosso di un qualcosa che distinguo da uno
sfondo. L’empirismo compie l’errore di identificare il sentire con il possesso
di qualità, e quindi, per sapere cosa significa sentire, sarebbe sufficiente
aver visto un rosso, un verde e così via; io sentirei il rosso perché
esisterebbe il rosso in sé. L’analisi empirista commette in realtà l’experience
error perché costruisce la percezione a partire dai suoi risultati: trasporta
cioè nella coscienza qualità che sono invece nelle cose e ritiene che queste
qualità siano piene e determinate quando non è affatto così. Entrambi questi
errori dipendono dalla credenza dogmatica di un mondo ‘’in sé’’, alimentata
anche dalla fisiologia che sostiene l’ ‘’ipotesi di costanza’’ ossia
l’esistenza di una corrispondenza puntuale tra lo stimolo e la percezione elementare.
Questa ipotesi è tuttavia smentita dai fatti, come dimostrato dall’illusione di
Muller-Lyer: due segmenti congruenti vengono percepiti come disuguali se alle
rispettive estremità vengono aggiunti adeguatamente elementi obliqui. Se
l’ipotesi di costanza fosse valida i due segmenti verrebbero percepiti come
identici. Il fatto che un esercizio prolungato consenta la validazione
dell’ipotesi, non ne dimostra in ogni caso la veridicità: in quel caso si
tratterebbe di un atto di percezione analitica del tutto innaturale. La
peculiarità della percezione sta proprio nella sua ambiguità, nel lasciarsi
modellare da un contesto indeterminato dal quale emerge un senso. È chiaro che
non sappiamo assolutamente cosa significhi sentire, per scoprirlo è necessario
un ritorno ai fenomeni.
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