"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


lunedì 19 settembre 2016

#5 Riassunto: H. Maturana & F. Varela; Autopoiesi e cognizione, Biologia della Cognizione, 1970 - Implicazioni etiche.

I)                    La vita dell’uomo è profondamente influenzata dalla dimensione dell’autocoscienza: attraverso l’auto-osservazione dei propri comportamenti l’uomo genera l’etica e la morale. Viviamo all’interno di un dominio di descrizioni che muta di continuo, generato dall’interazione ricorsiva con le descrizioni che compiamo. Nella misura in cui delle interazioni garantiscono il mantenimento della nostra organizzazione circolare, esse costituiscono la nostra fonte di riferimento finale per condotte valide all’interno del dominio di descrizioni in cui operiamo e vanno a costituire, in definitiva, i nostri punti di riferimento per verità e valori. In ogni caso, il fatto che i sistemi viventi siano auto-referenziali implica necessariamente che ogni riferimento per le condotte di un organismo sia relativo, che, in definitiva, non esistano valori assoluti e che tutte le verità e le falsità nel dominio culturale siano relative.
II)                  La funzione basilare del linguaggio non è la trasmissione di informazioni da un sistema vivente ad un altro, ma la creazione di un dominio consensuale di comportamento tra sistemi linguisticamente interagenti mediante lo sviluppo di un dominio cooperativo di interazioni. Ciascun parlante, in ogni caso, agisce esclusivamente nel proprio dominio cognitivo, nel quale ogni verità definitiva è tale in virtù delle personalissime esperienze di quel sistema vivente. Il comportamento linguistico non può prescindere dalle verità individuali degli organismi interagenti, cosicché nessuno può convincere qualcuno di un qualche cosa che non fosse già implicitamente presente nel dominio di convinzioni di quel qualcuno.  (Se la mia esperienza del fuoco mi ha insegnato che toccandolo mi scotto, nessuno potrà mai convincermi del contrario).

III)                L’uomo è un animale razionale, che, come tale, riferisce costantemente ogni sua condotta ad un sistema di verità accettato arbitrariamente dal suo ambiente culturale di riferimento: ricorre a Dio come fonte assoluta di verità o si rifugia nella razionalità come sistema universale di valori. Così facendo, però, egli non fa altro che sfuggire a quello che è il suo compito di animale auto-cosciente: Gehlen direbbe ‘’il prendere posizione circa sé stesso’’, lo scegliere cioè, in maniera esplicita, una cornice di riferimento per il proprio sistema di valori, un sistema di verità che sia frutto della sua esperienza individuale e che sia volontariamente progettato per assecondare i suoi desideri, non più i suoi bisogni e che definisca le caratteristiche del mondo culturale e materiale in cui egli VUOLE vivere.

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