Il passaggio dal Neolitico superiore all’Età del Bronzo è
stato un fenomeno storico di lunga durata, accompagnato dall’emergere di
società complesse e testimoniato dal ritrovamento, in quantità sempre maggiore,
di manufatti in metallo, specie in bronzo: una lega di due metalli, stagno e
rame, di cui la Grecia è notoriamente priva e la cui presenza sul continente e
sulle isole sarebbe dovuta, secondo un’ipotesi largamente condivisa, a fiorenti
rapporti commerciali che ne resero possibile una lenta diffusione. I centri di
interesse si spostano dalla Grecia Settentrionale a quella Meridionale, in
particolare nel Peloponneso, nelle Cicladi e a Creta. A partire da questo
momento è possibile parlare dello sviluppo di tre distinte facies culturali:
una elladica, riguardante la Grecia continentale, una cicladica, riguardante
l’arcipelago delle Cicladi e una minoica o cretese, riguardante l’isola di
Creta. A ciascuna di queste aree corrisponde una propria cronologia relativa
basata sulle caratteristiche stilistiche delle ceramiche in essa rinvenute.
Ciascuna cronologia risulta tripartita in Antico, Medio e Tardo (Elladico,
Cicladico o Minoico) e ciascuno di questi livelli risulta a sua volta
tripartito in I, II e III A o B (antico o tardo). Tradizionalmente si colloca
l’inizio dell’età del Bronzo nel III millennio a.C.
ANTICA ETA’ DEL BRONZO. (3000- 2000 A.C. CIRCA)
La prima fase dell’Età del Bronzo fu in generale
caratterizzata da un decisivo aumento demografico, dalla specializzazione delle
tecniche di produzione, dall’apparire dei primi strumenti pre-scrittori di
amministrazione di magazzini deputati allo stoccaggio dei beni, da una più
rigorosa organizzazione dei centri abitati (spesso in senso gerarchico),
dall’inumazione dei morti in aree extraurbane e dall’emergere di ricche
sepolture che testimoniano la rottura dell’ organizzazione sociale egualitaria che aveva caratterizzato
la fase neolitica precedente.
Nello specifico, sul FRONTE CONTINENTALE sono attestate per
la prima volta grandi edifici, forse pubblici, la cui comune struttura rientra
nella tipologia della “Corridor House”, l’antecedente archiettonico del
palazzo: Una struttura a base rettangolare su due livelli, che prevede nel
centro un certo numero di spazi quadrati o rettangolari, e sui lati lunghi da
due ampi corridoi che ospitano altre stanze e scale. Tra i più importanti
rinvenuti ricordiamo:
- La Casa delle Tegole a Lerna, nell’Argolide:, risalente alla ricostruzione di Lerna dopo il suo recente abbandono nel l’Antico Elladico II. La sua posizione centrale rispetto al resto dell’area urbana e il rinvenimento in essa di cretule d’argilla recanti le impronte di sigilli iscritti decorati con motivi geometrici, convinsero l’archeologo americano John Caskey che l’edificio fosse la sede di un potere centrale con funzioni di controllo sulle derrate e sulle produzioni dell’area. La sua ipotesi è stata di recente messa in discussione dall’obiezione che le impronte dei sigilli sarebbero troppo numerose per indicare le derrate e soprattutto per il fatto che si nega una specializzazione controllata delle tecniche lavorative, fatta eccezione per la produzione di oggetti di prestigio come gioielli e metalli. La Casa delle Tegole venne abbandonata e distrutta verso la fine dell’Antico Elladico II. Sulle sue rovine, nella parte centrale della costruzione, venne tracciato un cerchio di pietre, ad indicare che le rovine dovevano essere conservate, non si sa se ciò sia un indizio di venerazione o di esecrazione rispetto al luogo, fatto sta che, effettivamente, nuove costruzioni sulle rovine della Casa delle Tegole sono databili alla fine del Medio Elladico.
2) Il
Building BG, sempre a Lerna, nell’Argolide;
3) Due
costruzioni in Messenia;
4) Un
edificio fortificato a Tebe, in Beozia;
5) La Casa
dei pithoi, vicino Corinto, nella Corinzia.
Sul FRONTE CICLADICO fiorisce la produzione di idoli di
marmo esportati in tutta la Grecia continentale e continua l’esportazione di
ossidiana di Melo. Sull’isola di Ceo compaiono i cosiddetti “Marchi del Vasaio”
segni che hanno fatto ipotizzare in un primo momento a funzioni scrittorie,
sebbene si sia alla fine rinunciato a questa ipotesi non potendo collocare
questi segni geometrici entro un sistema scrittorio.
La ceramica più diffusa è in questo periodo l’Urfirnis, una
ceramica non lustrata decorata con una vernice a base d’argilla marrone o
rossa.
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