Nella nostra
esperienza comune interagiamo continuamente con sistemi viventi che ci appaiono
come entità autonome e diversissime, caratteristiche che si manifestano nella
capacità di questi organismi di mantenere la propria identità attraverso ogni
interazione e nelle variazioni delle modalità con cui tale identità è
preservata. L’autonomia e la diversità, quali caratteristiche distintive degli
esseri viventi sono state al centro della curiosità dell’uomo circa la vita fin
da tempi assai remoti.
Con Aristotele
si assistette alla nascita del vitalismo e al riconoscimento, nei sistemi viventi,
di una componente finalistica che mirava alla realizzazione delle forme. Dopo
Aristotele, la ricerca di una qualche forza organizzante non-materiale (che
giustificasse l’evidente autonomia degli organismi) continuò nell’indagine
biologica. L’impossibilità di rinvenire alla base dell’organizzazione vivente
altro da molecole, interazioni materiali e altri fattori fisici e chimici
governati da leggi prive di scopo, condusse all’affermarsi della visione
meccanicistica. L’organizzazione vivente sembrava non necessitare di alcuna
forza organizzante-vitale di tipo non materiale.
Allo stesso
tempo la genetica e il pensiero darwiniano fornivano un’interpretazione della
vita tale da escludere l’intervento di una qualche forza indirizzante
peculiare, spostando, inoltre, l’attenzione dall’analisi biologica
dell’organismo individuale all’analisi biologica della specie, neutralizzando,
in definitiva, la diversità come fonte di ostacoli nella comprensione dei
sistemi viventi.
La spiegazione
fisico-chimica e quella evolutiva sono oggi intrecciate l’una con l’altra e
consentono la comprensione della riproduzione, della variazione e della loro
genesi. Le antiche problematiche, autonomia e diversità, non sembrerebbero più
costituire un problema (l’autonomia dipende da fattori fisico-chimici, la
diversità è ricondotta alla variazione evolutiva). Tuttavia una questione
rimane aperta: Che cos’è che ci permette di distinguere un sistema vivente come tale,
se non si tratta di un principio organizzante non-materiale di qualche sorta?
Tutti i sistemi viventi
sono accomunati dal possesso di un’organizzazione, indipendentemente dalla
natura dei loro comportamenti. Un sistema vivente è una macchina e come tale è
definito dalla propria organizzazione e può essere spiegato solo nei termini di
relazioni e mai come insieme di proprietà delle singole componenti.
Che cos’è l’organizzazione
dei sistemi viventi?
Che tipo di macchine sono i
sistemi viventi?
In che modo
l’organizzazione dei sistemi viventi determina la loro riproduzione ed
evoluzione?
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