"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


lunedì 19 settembre 2016

#6 Riassunto: H. Maturana & F. Varela; Autopoiesi e cognizione, Autopoiesi: L'organizzazione del vivente, 1973 - Introduzione.

Nella nostra esperienza comune interagiamo continuamente con sistemi viventi che ci appaiono come entità autonome e diversissime, caratteristiche che si manifestano nella capacità di questi organismi di mantenere la propria identità attraverso ogni interazione e nelle variazioni delle modalità con cui tale identità è preservata. L’autonomia e la diversità, quali caratteristiche distintive degli esseri viventi sono state al centro della curiosità dell’uomo circa la vita fin da tempi assai remoti.
Con Aristotele si assistette alla nascita del vitalismo e al riconoscimento, nei sistemi viventi, di una componente finalistica che mirava alla realizzazione delle forme. Dopo Aristotele, la ricerca di una qualche forza organizzante non-materiale (che giustificasse l’evidente autonomia degli organismi) continuò nell’indagine biologica. L’impossibilità di rinvenire alla base dell’organizzazione vivente altro da molecole, interazioni materiali e altri fattori fisici e chimici governati da leggi prive di scopo, condusse all’affermarsi della visione meccanicistica. L’organizzazione vivente sembrava non necessitare di alcuna forza organizzante-vitale di tipo non materiale.
Allo stesso tempo la genetica e il pensiero darwiniano fornivano un’interpretazione della vita tale da escludere l’intervento di una qualche forza indirizzante peculiare, spostando, inoltre, l’attenzione dall’analisi biologica dell’organismo individuale all’analisi biologica della specie, neutralizzando, in definitiva, la diversità come fonte di ostacoli nella comprensione dei sistemi viventi.
La spiegazione fisico-chimica e quella evolutiva sono oggi intrecciate l’una con l’altra e consentono la comprensione della riproduzione, della variazione e della loro genesi. Le antiche problematiche, autonomia e diversità, non sembrerebbero più costituire un problema (l’autonomia dipende da fattori fisico-chimici, la diversità è ricondotta alla variazione evolutiva). Tuttavia una questione rimane aperta: Che cos’è che ci permette di distinguere un sistema vivente come tale, se non si tratta di un principio organizzante non-materiale di qualche sorta?
Tutti i sistemi viventi sono accomunati dal possesso di un’organizzazione, indipendentemente dalla natura dei loro comportamenti. Un sistema vivente è una macchina e come tale è definito dalla propria organizzazione e può essere spiegato solo nei termini di relazioni e mai come insieme di proprietà delle singole componenti.
Che cos’è l’organizzazione dei sistemi viventi?
Che tipo di macchine sono i sistemi viventi?
In che modo l’organizzazione dei sistemi viventi determina la loro riproduzione ed evoluzione?

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