"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


lunedì 26 settembre 2016

Appunti: il III secolo in Grecia.

Nel 294 a. C. Demetrio Poliorcete diventò re di Macedonia, portando a compimento il progetto politico paterno.
Negli anni ’80 Demetrio Falereo venne sconfitto e catturato da Seleuco.
Sempre negli anni ’80 emerse la figura di Lisimaco, il generale alessandrino cui era stato assegnato il governo della Tracia. Spinto anch’egli dal desiderio di riunificare il grande regno di Macedonia, venne sconfitto nel 281 nella battaglia di Corupedio, che sancì la fine dell’età dei diadochi e l’inizio dell’età degli epigoni. Per Grecia degli epigoni si intende la Grecia dei discendenti dei primi diadochi alessandrini. Durante l’età degli epigodi i vari regni ellenistici si autonomizzarono definitivamente: in Macedonia si insediarono gli Antigonidi nella persona di Antigono Gonata. Costui fu responsabile della vittoria che i Greci riportarono sui Celti nel momento dell’invasione celtica della Grecia negli anni ’70. I Celti, disseminati su tutto il territorio europeo, erano un popolo di tradizioni nomadi e mercenarie parlante una lingua indoeuropea. Noti anche come Galli o Galati venivano considerati produttori di frequenti e intensi fenomeni migratori, come quella che interessò la Grecia negli anni ’70 del III secolo: passando per le Termopile arrivarono addirittura a Delfi. Antigono Gonata fu tra i responsabili del respingimento di queste orde barbariche, molte delle quali si rifugiarono però in Anatolia, fondando la Galazia (di qui Galati), dove furono fronteggiati dagli Attalidi.

SPARTA NEL III SECOLO.

Nel III Secolo Sparta conobbe uno straordinario rivolgimento interno, attribuito all’intervento di due sovrani tradizionalmente conosciuti come “re riformatori”, non colleghi nella diarchia, ma sovrani in due mandati consecutivi: Agide IV e Cleomene III. La loro vita plutarchea è messa in parallelo a quella dei Gracchi.  I tre provvedimenti fondamentali dei sovrani riformatori spartani furono:
  1. Divisione egualitaria della terra: in quest’ambito nasce la tradizione di Licurgo comunista che si legge, ad esempio, in Giustino. I re riformatori ripresero il mito di Licurgo riattualizzandolo.
  2. Abolizione dell’eforato
  3. Ripresa della politica peloponnesiaca.

Nacquero due leghe: la lega Achea e la lega Etolica. La lega Etolica ebbe un atteggiamento fondamentalmente più democratico rispetto alla lega Achea, in cui giocò un importante ruolo il condottiero Arato di Sicione e nella quale militò anche i padre dello storico Polibio.
I re riformatori riattivarono la politica peloponnesiaca esauritasi a Leutra. Tale ripresa fu testimone dello scontro tra Sparta e la lega Achea, che si sostituì allo storico nemico di Sparta, Argo, nella contesa del Peloponneso. La lega achea si alleò con la Macedonia, all’epoca sotto il controllo del sovrano Antigono Dosone (leteralmente “che darà”, ad indicare la sua natura di reggente per Filippo V, con cui si sarebbero incontrati i Romani). Antigono Dosone organizzò la Lega Ellenica, che sconfisse definitivamente gli Spartani nella battaglia di Sellasìa del 222 a.C., che segnò la fine della stagione dei re riformatori.

Nel 217  a.C. fu siglata la pace di Naupatto, l’ultima ad essere siglata tra Greci primi dell’arrivo dei Romani.

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