"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


giovedì 22 settembre 2016

La Grecia nell'età del bronzo: Fine dell'antica età del Bronzo e inizio della media età del bronzo (Fine III millennio a.C.).

Gli archeologi hanno documentato una serie di importanti cambiamenti nella cultura materiale elladica e cicladica intorno alla fine del III millennio a.C. : in area continentale numerosi siti sono distrutti ed abbandonati; compare un nuovo tipo di ceramica lavorata al tornio (un’innovazione tecnologica di per sé notevole), la Minia, così chiamata perché rinvenuta ad Orcomeno, in Beozia, città dove, secondo la tradizione, aveva anticamente regnato il re Minyas, (il cui popolo è a volte identificato con gli Argonauti del mito di Giasone); si ritorna a seppellire i morti all’interno delle abitazioni e compare un nuovo tipo di edificio, la casa absidata (edificio con pianta poligonale a terminazione semicircolare  coperta generalmente  da una calotta a quarto di sfera).  Distruzioni, abbandoni ed insorgere di nuove tecniche hanno incentivato il combinatorismo di alcuni studiosi che, fondendo arbitrariamente fonti archeologiche e mitiche , hanno interpretato questi cambiamenti nella cultura materiale come conseguenze dell’arrivo di nuove popolazioni provenienti dalla Russia: i cosiddetti Kurgani. Ogni operazione combinatoria che intenda far fede alla tradizione mitologica che,escludendo la teoria del nucleo di Jean Bérard, non racchiude in sé elementi di verità, ma ha valore puramente legittimante di questa o quella condizione, è del tutto scorretto. La comparsa di nuove tipologie ceramiche e di nuove tecniche testimonierebbe non già un invasione da parte di popoli stranieri, ma una proficua comunicazione e rete di scambi con la vicina Anatolia, in cui già era attestato l’utilizzo del tornio e la produzione di ceramica del tipo di quella rinvenuta in Beozia.  Rimangono sconosciute le cause dei mutamenti in campo architettonico, urbano e funerario, sebbene non si escluda la possibilità dell’arrivo GRADUALE sul continente di genti non greche portatrici di nuove tecniche e di una lingua protogreca.

La fine dell’Antica età del Bronzo getta la Grecia Continentale in un periodo di stagnazione che si interromperà soltanto attorno al 1800-1700 a.C circa, con lo sviluppo nel Peloponneso della civiltà micenea. Per quanto concerne le Cicladi e Creta, con la Media età del Bronzo esse si avviano verso un rapido sviluppo.


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