"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


lunedì 19 settembre 2016

#3 Riassunto: Cristian Fuschetto; Breve storia di un appassionante equivoco: Nietzsche, Darwin e la scoperta della vita, 2010 - La lotta è una cosa seria.

In verità le critiche che Nietzsche muove a Darwin nella Genealogia della morale, che sono fra l’altro analoghe a quelle mossegli da Karl Semper, inconsapevolmente si conciliavano alla perfezione con la vera teoria evoluzionistica darwiniana. Né Semper né Nietzsche, ovviamente, potevano saperlo, dal momento che il darwinismo aveva conosciuto la propria notorietà in Germania attraverso l’interpretazione erroneamente lamarckiana di Ernst Heackel. Esattamente come Nietzsche, Semper si era schierato contro una visione della vita che attribuiva la nascita di nuovi organi e nuove specie all'adesione passiva degli organismi al contesto ambientale, sostenendo, al contrario, la teoria del ‘’mutamento di funzione’’, secondo cui non è la necessità dettata all'organismo dall'ambiente a far emergere in un certo organo una certa funzione, ma è la funzione stessa ad impadronirsi dell’organismo e a stravolgere apparati ed organi nati per tutt'altri fini, per effetto della volontà del vivente che impone sull'ambiente le proprie condizioni di esistenza. Anche se Nietzsche e Semper non potevano saperlo, fin dal 1837 Darwin aveva ipotizzato la non riducibilità della funzione attuale di un organo con la sua genesi storica. Con l’introduzione della nozione di ‘’preadattamento’’ o ‘’cooptazione funzionale’’ Darwin intendeva far riferimento alla possibilità di variazioni non necessariamente subordinate al raggiungimento dello scopo attuale di un organo. È anzi lecito sostenere che nel corso dello sviluppo dei viventi abbiano avuto luogo variazioni neutre e‘‘inutili’’, in un certo senso, come sembrerebbero testimoniare fenomeni come la presenza dei capezzoli sul petto maschile.

Contrasti tra Nietzsche e Darwin sorgono anche in merito al concetto di ‘’lotta per l’esistenza’’. Il riferimento più autorevole di Nietzsche, in questo senso, fu William Rolph. Secondo Rolph e secondo Nietzsche la lotta per l’esistenza, intesa in senso darwiniano, esprime niente più che la volontà di autoconservazione, di sopravvivenza, come effetto di forze difensive che mortificano l’istinto fondamentale della vita (Nietzsche lo chiamerà volontà di potenza) che tende all'auto-accrescimento, ad una lotta non difensiva ma offensiva. Non più ‘’lotta per la vita’’ che si esaurisce in assenza di minace per la sopravvivenza del vivente, ma ‘’vita come lotta’’ offensiva ed inesauribile tesa ad un accrescimento di potenza. 

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