CIVILTA’ MINOICA:
Per civiltà minoica si intende la civiltà di Creta antica. Creta è un’isola che si trova nel Mediterraneo orientale a nord dell’Egitto e a sud del Peloponneso, ossia dell’area continentale greca.Il termine “minoico” fu coniato dallo scopritore di questa antica civiltà, Sir Arthur Evans, un archeologo del’Inghilterra (sud della G.B.) vittoriana vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900 che, indirizzato verso Creta dall’ archeologo ed epigrafista italiano Federico Halbherr, nel 1900 condusse gli scavi che portarono alla luce, presso la città di Cnosso, le rovine di un antico palazzo. Il termine “minoico” fa riferimento al mitico re cretese Minosse che, come osservò Plutarco (scrittore e biografo greco vissuto sotto l’Impero Romano tra il I e il II secolo d.C) gode di una fama ambigua, venendo tratteggiato ora positivamente, ora negativamente dalle varie fonti che vi fanno riferimento. La tradizione greca, generalmente, lo dipinge come un tiranno e un malvagio, un generatore di mostri. Nel ‘300 Dante Alighieri ne offrirà invece un ritratto benevolo: all’interno della Divina Commedia Minosse veste i panni di un infallibile legislatore e, posto all’ingresso del II cerchio dell’Inferno, giudica le anime dannate spedendole nel Cerchio corrispondente al peccato commesso in vita.Ad Evans non dobbiamo solo il merito di aver scoperto le tracce materiali di una cultura di cui la tradizione, a partire da Omero, aveva a lungo parlato, ma anche tutta una serie di stereotipi radicati nella nostra cultura che sono riconducibili all’estrazione culturale dello stesso Evans: quella della Britannia vittoriana. Non a caso i ruderi rinvenuti a partire dagli scavi di Cnosso vengono denominati ‘’Palazzi’’, nome che riflette fortemente l’inglese ‘’Palace’’pur non avendo nulla a che vedere con ciò che gli inglesi intendevano con questa parola. Allo stesso modo Evans chiamo ‘’geroglifico cretese’’ l’antica tipologia di scrittura, non ancora decifrata, rinvenuta a Creta su sigilli di terracotta, presumibilmente perché impropriamente comparata al geroglifico egiziano, con il quale fra l’altro non ha nulla a che vedere. Sempre ad Evans dobbiamo la concezione del labirinto come luogo sacro, dell’ascia a due penne e della colonna come simboli religiosi, della venerazione dei Cretesi per la natura. Tutti questi stereotipi individuano una visione essenzialmente primitivistica della civiltà minoica, in linea con le tendenze culturali del tempo di Evans, in cui in Gran Bretagna (arcipelago a nord della Francia) prevalevano evoluzionismo e primitivismo e, in definitiva, l’idea di certe culture come primitive. Sempre Evans fu fautore di una prima cronologia della civiltà minoica, stabilita coerentemente con la datazione delle ceramiche rinvenute. Tale cronologia prevedeva una scansione tripartita in:1. Antico Minoico (AM)2. Medio Minoico (MM)3. Tardo Minoico (TM).
Una cronologia stabilita coerentemente con la datazione dei palazzi rinvenuti prevede una scansione tripartita in:
1. Età protopalaziale (proto = fase iniziale; pre = prima di): età di formazione dei palazzi; 2100-1900 a.C. circa;2. Età dei primi palazzi: 1900-1700 a.C. circa;3. Età neopalaziale: età dei secondi palazzi; 1700 a.C. circa-1370 a.C.
ETA’ PROTOPALAZIALE:
Tra il 2100 e il 1900 a.c circa l’isola di Creta subisce una straordinaria trasformazione a livello territoriale: i villaggi vanno in crisi e si assiste alla nascita di strutture più complesse, quelle cui Evans darà il nome di ‘’palazzi’’, ossia strutture con funzione burocratica, amministrativa ed economica che assumono centralità nel territorio. Quella del palazzo è, in sostanza, una nuova forma di organizzazione economica e territoriale.
ETA’ DEI PRIMI PALAZZI:Tra il 1900 e il 1700 a.C. circa sorgono i tre palazzi cretesi più importanti:1. Palazzo di Cnosso, nel mezzo dell’isola, a 6 km dalla costa settentrionale, oggetto di scavi per gli archeologi inglesi. 2. Palazzo di Mallia, anch’esso situato lungo la costa settentrionale dell’isola, ad Est di Cnosso, oggetto di scavi per gli archeologi francesi.3. Palazzo di Festo, nella piana di Mesarà, a sudovest di Cnosso e in prossimità della costa meridionale di Creta, oggetto di scavi per gli archeologi italiani. N.B. I Tedeschi non scavarono a Creta, ma a Troia e Micene.
ETA’ NEOPALAZIALE:Gli archeologi hanno constatato una brusca interruzione materiale, un sorta di vuoto improvviso databile intorno al 1700 a.C. circa, periodo a partire dal quale il sistema palaziale conosce una profonda crisi che lo conduce al progressivo declino. L’ipotesi più accreditata dalla tradizione per giustificare questo vuoto è il successivo declino del modello palaziale è quella secondo la quale Creta sarebbe stata investita da una serie di violenti terremoti. Si tratta, in ogni caso, di un’ipotesi che non è possibile certificare. Certo è, tuttavia, che per quanto concerne i fenomeni storici nulla nasce all’improvviso e nulla muore all’improvviso: Fernand Braudel, uno storico francese del secolo scorso, parla a tal proposito di ‘’fenomeni di lunga durata’’. È probabile che la crisi del sistema palaziale sia stata determinata dalla sua natura di sistema burocratico amministrativo che come tale non poteva auspicare a durata perpetua.
Il sistema palaziale conosce nuovo e più florido sviluppo nell’età cosiddetta neopalaziale.Per età neopalaziale si intende quell’età della storia di Creta che va dalla fine della crisi del 1700 a.C circa e termina convenzionalmente con l’anno 1370 a.C., anno a partire dal quale il nome dei Cretesi scompare dalle documentazioni egiziane. Tra le caratteristiche fondamentali di quest’età vi è una più ampia fioritura dei palazzi e la maggiore centralità amministrativa del palazzo di Cnosso. Importante è anche la fioritura in senso artistico, specie per la produzione di ceramiche. Altro fenomeno di rilievo che si fa risalire all’età neopalaziale è la diffusione della cultura minoica anche al di fuori dell’isola di Creta, come testimoniato dal ritrovamento di affreschi tipicamente minoici presso Santorini, l’antica Tera, l’isola più a sud delle 12 che compongono l’arcipelago delle Cicladi, nel mare Egeo, a nord di Creta. La diffusione della cultura minoica (a livello di manufatti in ceramica, iconografia e costumi) ha interessato anche l’Anatolia, una regione dell’Asia sudoccidentale nell’odierna Turchia, a nordest di Creta. Tucidide, storico greco del V secolo a.C. ne ‘’La guerra del Peloponneso ‘’ testimonia che, anticamente, il re Minosse avrebbe creato una talassocrazia, ossia un potere sul mare: egli avrebbe liberato l’Egeo dai pirati, imponendo, inoltre, tasse e pedaggi. Gli storici conclusero che il ritrovamento di manufatti cretesi al di fuori dell’isola costituisse la prova di quanto Tucidide aveva scritto e in definitiva il risultato di operazioni di espansione coloniale da parte di Creta. Si tratta di una conclusione scorretta ed impropriamente raggiunta: Il ritrovamento di manufatti facenti capo ad una certa facies culturale in una zona ad essa estranea non costituisce, di per sé, la prova di un invasione in senso militare, ma solo di una contaminazione culturale avvenuta con certe dinamiche. Questo tipo di operazione prende il nome di ‘’operazione combinatoria’’, che designa un’arbitraria fusione della documentazione archeologica e di quella letteraria. Fonti di carattere differente non possono in alcun modo essere combinate e devono sempre essere valutate singolarmente. Non a caso, quando Tucidide scrive della Talassocrazia realizzata da Minosse, egli non solo considera Minosse un personaggio storicamente definito, ma è anche anacronistico nella misura in cui riflette sul passato la politica coloniale ateniese del proprio tempo.
Gli studiosi hanno evidenziato un fenomeno assai strano risalente al 1450 a.C. circa: in quel periodo, in piena età neopalaziale, presso il palazzo di Cnosso, sono presenti delle tavolette di argilla recanti incisioni in lineare B. Generalmente, di fronte ad eventi storici inspiegati, la tradizione storiografica di stampo positivista, tra ‘800 e ‘900, è ricorsa a due ordini di ipotesi: una catastrofista (terremoti, maremoti e così via..), l’altra invasionistica: In questo caso specifico si è pensato ad un occupazione micenea di Creta. In verità sia la soluzione catastrofista che quella invasionistica sono ormai superate. I fenomeni storici sono molto più complessi e difficilmente è possibile accontentarsi di questo genere di spiegazioni. La presenza di un elemento linguistico straniero a Creta non costituisce la prova di un’ipotetica invasione militare dell’isola. La teoria più accreditata è quella invasionistica, ma non è detto che sia quella corretta.
QUALI SONO LE FONTI DALLE QUALI RICAVIAMO INFORMAZIONI CIRCA LA SOCIETA’ MINOICA?:
1. Fonti archeologiche
2. Fonti epigrafiche;
3. Fonti mitiche.
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