I documenti rinvenuti relativamente alla civiltà micenea
sono di carattere esclusivamente contabile e amministrativo. Essi
costituiscono, nonostante ciò, fonti utili per la comprensione della dimensione
religiosa di questa civiltà. Sulle tavolette in lineare B i teonimi (nomi delle
divinità) sono frequenti nella misura in cui gli Dei risultano destinatari di
offerte i cui dettagli vengono annotati sull’argilla (es. ‘’10 litri d’olio a
Poseidone’’). I teonimi sono, quindi, sempre al dativo. I più frequenti sono i
nomi di Zeus e di Poseidone, quest’ultimo particolarmente presente nelle
tavolette di Pilo. Nelle iscrizioni, frequenti sono anche teonimi relativi a
divinità che non trovano un corrispettivo omerico, come ad esempio ‘’Ma-na-sa’’.
Inoltre, fondamentale caratteristica della teonimia micenea è l’esistenza delle
cosiddette ‘’coppie consustanziali’’: ogni divinità ha il proprio
corrispondente maschile o femminile. Zeus è contemporaneamente Dive e Divìa,
Poseidone è contemporaneamente Poseidon e Posidaeia. La conclusione è che il
mondo miceneo ha un pantheon di divinità differente da quello omerico. Ancora
una volta è perfettamente dimostrato che il mondo miceneo non si identifica con
quello omerico. In più, sebbene la
teonimia micenea preveda il nome di Poseidone, non è detto che egli assolvesse
alla funzione di Dio del mare esattamente come per Omero. Esiste una continuità
di nomi, ma non è detto che esista una continuità di funzioni.
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