"Come un altro, o Antifonte, si compiace di un bel cavallo, o di un cane, o di un uccello,
così e ancor di più, io traggo piacere dai buoni amici,
e se so qualcosa di buono.. lo insegno loro".


domenica 18 settembre 2016

#2 Riassunto: H. Maturana & F. Varela; Autopoiesi e cognizione, Biologia della Cognizione, 1970 - La funzione cognitiva in generale.

L’OSSERVATORE.
Tutto ciò che è detto è detto da un osservatore. L’osservatore è in grado di considerare contemporaneamente un’entità e l’universo in cui essa è calcolata. Un’entità è un’entità se può entrare in un certo numero di interazioni con l’ambiente, se possiede cioè un dominio di interazioni, e se tale dominio comprende interazioni con l’osservatore il quale può specificare per esso un dominio di relazioni. Il dominio delle relazioni di un’entità, in quanto specificato dall’osservatore, appartiene esclusivamente al suo dominio cognitivo. L’osservatore può definire un’entità specificandone il dominio di interazioni, così una parte di un’entità o un gruppo di entità possono essere considerate unità di interazioni e costituire entità singole. L’osservatore può considerare anche sé stesso nei termini di entità, specificando il proprio dominio di interazioni. Egli può così rimanere osservatore delle proprie interazioni e trattarle in ogni momento come entità indipendenti.
IL SISTEMA VIVENTE
I sistemi viventi sono entità, ossia unità di interazioni che interagiscono con una specifica parte dell’ambiente in cui esistono e che prende il nome di nicchia. L’adattamento dell’organismo alla propria nicchia è totale, cosicché né la nicchia né l’organismo possono essere compresi separatamente: L’analisi delle caratteristiche e del comportamento di un dato organismo individua un certo ambiente regionale adatto alla sua sopravvivenza, l’analisi delle caratteristiche di un certo ambiente regionale individua le caratteristiche e il comportamento di un certo organismo adatto a sopravvivervi. I sistemi viventi come oggi li conosciamo sono caratterizzati da una serie di fenomeni (metabolismo, crescita e riproduzione molecolare interna) inseriti all’interno di un’organizzazione circolare chiusa di tipo omeostatico (tendente cioè all’equilibrio) la cui funzione è di produrre e di mantenere costante questa stessa organizzazione, pena la perdita di identità e la morte dell’organismo. L’organizzazione circolare dell’organismo rappresenta il dominio delle interazioni all’interno delle quali l’organismo può entrare senza perdere la propria identità. Finché la circolarità dell’organizzazione, che definisce un sistema vivente, è mantenuta, l’identità dell’organismo rimane integra. Poiché la circolarità dell’organizzazione del sistema vivente e il suo dominio di interazioni assumono significato funzionale solo in relazione al mantenimento della circolarità dell’organizzazione, il sistema vivente è un sistema ‘’autoreferente’’ e il suo dominio di interazioni è un dominio ‘’autoreferente’’.
Un sistema vivente è anche un sistema inferenziale e il suo dominio di interazioni è un dominio cognitivo: Un sistema vivente non può entrare in interazioni non specificate dalla propria organizzazione. La circolarità della sua organizzazione è infatti tale che ogni stato interno richiede la soddisfazione di certe interazioni con l’ambiente per poter passare allo stato seguente. Ad un certo stato interno deve corrispondere sempre la stessa predizione affinché sia raggiunto lo stato interno necessariamente seguente previsto dall’organizzazione circolare. Per predizione non si intende un’interazione particolare, ma una classe di interazioni particolari valutate dall’organismo come equivalenti poiché accomunate dalle medesime caratteristiche necessarie all’elaborazione di un certo stato interno. L’osservatore, che è in grado di considerare contemporaneamente l’organismo e l’ambiente in cui esso esiste, considera la nicchia con la quale l’organismo interagisce come quella piccola parte dell’ambiente che realizza il dominio di interazioni del sistema vivente. Per l’organismo la nicchia non è una parte di un ambiente più ampio, come appare all’osservatore, ma costituisce tutto il suo dominio cognitivo. La nozione di ambiente appartiene solo al dominio cognitivo dell’osservatore. Per me che osservo, il fondale marino in cui si realizza il dominio di interazioni di un granchio e che conserva la sua possibilità di mantenere la propria organizzazione circolare, non è altro che una piccola parte di un ambiente che so essere immensamente più grande. Per il granchio, invece, non esiste altro che il fondale su cui si muove e l’acqua in cui è immerso.
Alcuni organismi possono partecipare alle interazioni di unità di interazioni più ampie senza perdere la propria identità. È il caso delle api da miele, che partecipano al mantenimento dell’organizzazione circolare del sistema alveare.

I mutamenti ambientali occorsi nella storia della Terra portarono a cambiamenti significativi delle predizioni specificate dalle nicchie degli organismi, rendendo necessario l’allargamento dei loro domini cognitivi e nuove modalità di mantenimento dell’organizzazione circolare senza perdita d’identità.L’allargamento dei domini cognitivi dei sistemi viventi è stato realizzato attraverso il sistema nervoso, che ha reso gli stati interni degli organismi modificabili da relazioni pure e non più solamente da eventi fisici.  È detto cognizione l’agire di un sistema vivente all’interno di un dominio di interazioni specificato dalla propria organizzazione in maniera subordinata al proprio mantenimento. I sistemi viventi sono sistemi cognitivi e la vita è un processo di cognizione.

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